Il sindaco Olivetti risponde alle critiche mosse al nuovo ponte Garibaldi
"Senigallia ha bisogno di una soluzione sicura ed in tempi veloci"
Mi scuso con il lettore forse poco avvezzo a leggere comunicati troppo lunghi, ma penso che in queste righe lette attentamente potrà trovare tanti spunti di riflessione, che forse valgono la pena di perdere alcuni minuti.
Assisto al vivace dibattito sui social relativo al nuovo Ponte Garibaldi e vorrei precisare che lo stesso è stato concepito su indicazioni precise da parte di ingegneri strutturalisti ed idraulici che hanno collaborato con la struttura commissariale, che di seguito torno a rielencare:
1. Altezza del nuovo Ponte Garibaldi
Il nuovo ponte Garibaldi deve essere realizzato con un intradosso (cioè la parte inferiore della struttura) più alto di 1,5 m rispetto al livello di piena duecentennale, che per Senigallia è rappresentata dall’altezza degli argini murati fluviali, spesso lambiti o addirittura superati dalle piene.
Lo prescrive il Decreto Del Rio del 2018, finalizzato ad evitare che ponti troppo bassi possano ostacolare il deflusso del materiale galleggiante che potrebbe così facilitare la creazione di pericolose dighe naturali, come purtroppo accaduto il 15 settembre 2022 sul nuovo ponte 2 giugno, che, seguendo la provocazione del mio predecessore, chiamerò in seguito Ponte Mangialardi, e che peraltro ricordo è tuttora oggetto di un processo proprio per i tragici fatti dell’ultima alluvione.
Difficilmente come si auspica il FAI cittadino questa norma verrà modificata, proprio perché una norma di sicurezza idraulica.
Provocatoria e propagandistica, come è suo solito, poi, è la richiesta di Romano di una deroga per il ponte Garibaldi a questa norma. Le deroghe sono delle eccezioni alla legge che vengono rilasciate dalle autorità competenti, in questo caso il Ministero, in particolari e circoscritti casi. E’ evidente che nessuno possa derogare, per motivi estetici, una norma di sicurezza idraulica sul Misa tragicamente noto per le sue esondazioni.
Trovo davvero grave, forse più del non aver votato a favore della delibera sugli indennizzi agli alluvionati, questa posizione di Romano che, pur di allettare qualche esteta, dimentica i danni che le piene hanno fatto alla nostra comunità.
Non mi sorprende, invece, la posizione politica del capogruppo e quindi di tutta la minoranza, sul ritenere che la legge sia uguale per tutti meno che per qualcuno: è accaduto quando gridavano allo scandalo per il ricorso alla prescrizione fatta dalla difesa di Berlusconi, per poi rimanere silenti di fronte ad analoghe e note situazioni che hanno investito politici locali, su cui qui sorvolo.
2. Forma del nuovo Ponte Garibaldi
Anche qui è noto che non si poteva più costruire un ponte con pile in alveo del fiume, e ciò per il miglior deflusso delle acque. Così era stato prescritto per la costruzione del Ponte Mangialardi e così avverrà per gli ultimi due ponti cittadini verso mare.
Il ponte sostenuto da travi laterali, come appunto il Ponte Mangialardi, che ha creato davvero tantissimi danni alle abitazioni private ed alle attività commerciali nell’ultima esondazione, è stato scartato dalla struttura commissariale proprio per favorire la massima trasparenza del nuovo ponte.
Quindi l’unica soluzione possibile è stata quella del ponte strallato, che è stato concepito più a monte dell’originario Ponte Garibaldi proprio per non impattare sul prospetto dei Portici.
3. Costruzione delle vasche a monte
Mangialardi propone di costruire il ponte dopo la realizzazione delle vasche a monte. Francamente trovo alquanto bizzarro che questa proposta venga da chi ha rivestito ruoli istituzionali nel nostro Comune dagli anni novanta al 2020, senza aver mai ottenuto, in questo lunghissimo tempo, uno straccio di vasca a monte.
Mangialardi sa peraltro benissimo che la creazione delle vasche non eliminerà il possibile pericolo di esondazione, ma evidentemente lo mitigherà, un tutto che impone una rigorosa applicazione delle leggi e delle cautele poste a base della sicurezza dei cittadini.
Ovvio che la proposta sia meramente propagandistica e contraddittoria proprio con la necessità di ricreare il collegamento tra le due sponde da lui stesso sottolineata
4. La posizione dell’Amministrazione
Come Comune non abbiamo poteri particolari, non essendo né soggetto attuatore né tantomeno soggetto commissariale.
Abbiamo espresso le nostre perplessità sulla nuova realizzazione in tempi non sospetti, ma i tecnici ci hanno illustrato la normativa di riferimento e ci hanno fatto capire che non se ne sarebbero distaccati, in quanto norma di sicurezza.
Forse, mi permetto di osservare, se al momento della progettazione del Ponte Mangialardi i tecnici fossero stati irremovibili, come gli attuali, e non avessero ascoltato i desiderata dell’allora primo cittadino, le cose a settembre 2022 sarebbero andate diversamente, e non ci troveremmo di fronte alla necessità di rimuovere Ponte Mangialardi, costato oltre due milioni alla collettività, non appena terminato Ponte Garibaldi.
5. La partecipazione
Ho già sottolineato come la posizione del Comune su questo intervento sia del tutto marginale.
Non si tratta di ignavia come in modo diffamatorio afferma il consigliere regionale di minoranza, ma come egli sa bene, di applicazione rigorosa della legge. E questo è emerso anche in tante sedute del Consiglio Comunale che potrei riprodurre.
Non ci siamo mai sottratti a partecipare a discussioni in commissione né a confronti, dove per i motivi sopra esposti la nostra presenza non veniva richiesta come centrale, essendo altre le figure decisionali.
Apprezzo gli interessamenti dei cittadini a questa tematica ed alle tante proposte da loro avanzate, anche se alcune ricostruzioni non sono proprio corrispondenti al progetto di massima sottopostoci.
Ciò detto permetteteci di chiedere dove fossero i tanti esteti ed interessati alla storia cittadina che oggi intervengono quando, in passato e sempre in quella zona, sono stati realizzati interventi edilizi impattanti senza suscitare alcuna reazione.
Permetteteci di chiedere a quanti di loro in passato hanno rivestito posizioni politiche rilevanti a livello nazionale o regionale, perché abbiamo dovuto attendere cinquant’anni ed i cambi di amministrazione per vedere la realizzazione della prima vasca e dei primi interventi sul fiume.
Sono poi sorpreso della partecipazione pugnace di altre istituzioni locali al dibattito mediatico che si è acceso, le ritengo ovviamente costruttive come tutte le altre e le rispetto, ma concordo con i tanti che mi hanno fermato e chiesto perché non sono intervenute anche prima, come ad esempio al momento della progettazione ed approvazione del Ponte Mangialardi.
Quel che è certo è che Senigallia ha bisogno di Ponte Garibaldi (anche in previsione della eliminazione del ponte pedonale provvisorio eretto dopo l’alluvione) ed ha bisogno di una soluzione sicura ed in tempi veloci, dal momento che come detto dalla sua realizzazione dipendono sia la sistemazione di Via Pisacane, sia soprattutto la sostituzione di Ponte Mangialardi
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