Condanna per danneggiamenti a donna di Senigallia sulla base di video che non si trova
Emerse in fase processuale una serie di singolarità che rendono la vicenda inquietante: l'imputata non si è potuta difendere
Una signora di Senigallia riceve un decreto penale di condanna dal Tribunale di Ancona con l’accusa di aver danneggiato un’auto durante la notte.
La prova principale contro di lei sarebbe un video che la riprenderebbe intenta a bucare le gomme, ma del video non vi è traccia né nel fascicolo della Procura della Repubblica che ha richiesto il decreto penale, né in quello del Giudice che l’ha emesso senza prima ascoltarla a sua discolpa.
La vicenda ha inizio quando una coppia di ex amici, ritenendola responsabile di una serie di atti vandalici ai danni delle loro auto, installa una videocamera che avrebbe ripreso l’ultimo danno. Successivamente, depositano la denuncia penale, cui segue un decreto penale di condanna inaudita altera parte, ovvero senza sentire l’imputata e senza consentirle di esercitare un minimo di difesa.
Appena ricevuto il decreto penale di condanna, la donna lo oppone tramite il proprio legale, avvocato Corrado Canafoglia, e da qui inizia il giudizio penale avanti il Tribunale penale di Ancona dove le parti potranno portare le prove a loro favore. Nell’udienza presieduta dal Giudice Renna del Tribunale di Ancona emergono subito una serie di singolarità che rendono la vicenda inquietante.
In primo luogo, gli agenti del commissariato che hanno svolto l’indagine ammettono che il riconoscimento della presunta imputata è stato effettuato dalle parti offese, che hanno riconosciuto la donna solo dalle sue movenze e non dal viso che non era assolutamente visibile. Un ulteriore elemento che ha suscitato perplessità è il fatto che la copia del decreto penale di condanna, conosciuta solo dall’imputata e dalle parti offese, viene recapitata in forma anonima al datore di lavoro dell’imputata.
Durante la propria escussione, la parte offesa rivela tale particolare, che non poteva essere conosciuto da lei, e su questo elemento si sviluppa bagarre dopo la domanda del legale dell’imputata, avvocato Canafoglia, su come la parte offesa potesse esserne venuta a conoscenza, violando la privacy dell’imputata. Durante l’escussione testimoniale delle parti offese emerge inoltre che la stessa imputata per vari mesi ha ricevuto danni alla propria auto, per i quali infatti ha sporto querela.
Momenti di tensione si registrano in aula quando l’avvocato Canafoglia chiede come fosse possibile emettere un decreto penale di condanna a carico di una persona sulla base di un video che il giudice che l’ha emesso non ha mai visto, né l’ha mai visto la Procura della Repubblica che indagava, in quanto questo video è rimasto sempre nel fascicolo depositato nel Commissariato di Senigallia.
Il Giudice che segue il giudizio ordinario ha disposto ore l’acquisizione di ufficio del video e rinviato il processo all’udienza del 4 ottobre 2024 per esaminare l’imputata e i testimoni da quest’ultima indicati a sua difesa.
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