Senigallia, offrono un posto di lavoro ma si tratta di una truffa: denunciate tre persone
La vittima avrebbe dovuto versare 300 euro ai truffatori per un finto corso
Sfruttando le necessità di una donna hanno messo in piedi una articolata truffa finalizzata a far credere come sicuro un’ offerta di lavoro in realtà inesistente per la quale hanno chiesto anche il pagamento di una somma di denaro. Sono stati individuati e denunciati dalla Polizia di Stato di Senigallia
Tutto ha inizio diversi giorni addietro quando una donna di Senigallia, 50enne, è stata contattata, tramite sms, da un soggetto che aveva riferito di essere un funzionario di une ente pubblico e di avere l’intenzione di offrirle un posto di lavoro.
Dopo poche ore, la donna ha ricevuto una telefonata in cui l’uomo le ha confermato di rivestire un importante ruolo in un ente pubblico e di conoscere il responsabile delle risorse umane di una importante catena di distribuzione alimentare che stava cercando personale da assumere.
La donna, in cerca di lavoro, ha manifestato il suo interesse in merito all’offerta; l’uomo, forte della risposta positiva, le ha riferito che lo avrebbe comunicato al suo amico per ricontattarla.
Dopo pochi giorni la donna ha ricevuto la chiamata da un individuo che si è presentato come il responsabile della catena di distribuzione alimentare il quale le ha proposto un contratto a tempo indeterminato che poteva avere inizio dopo pochissimi giorni. Al contempo le spiegava la tipologia di attività da svolgere, l’orario di servizio ed il corrispettivo spettante.
Il soggetto ha anche precisato però che per poter essere assunta la donna avrebbe dovuto partecipare ad un corso di formazione teorico-pratico per il quale avrebbe dovuto pagare una cifra pari a circa 300 euro, superato il quale l’assunzione era garantita.
L’uomo le ha anche fornito gli estremi dove effettuare il versamento per il corso che sarebbe iniziato di lì a pochi giorni, sottolineando l’urgenza del pagamento in vista dell’avvio del corso.
Pur felice dell’offerta di lavoro, la donna, al sentire la necessità di un versamento per la partecipazione al corso, ha iniziato ad insospettirsi.
Per capire se vi fosse qualcosa dietro questa offerta di lavoro, ha deciso di contattare un responsabile della catena di distribuzione alimentare con sede ad Ancona al quale ha riferito dell’offerta ricevuta e della richiesta di versamento per il corso professionale propedeutico all’avvio al lavoro.
Il responsabile della catena ha negato fermamente che fossero in corso procedure di assunzione e pertanto la donna, ritenendo di poter cadere vittima di una truffa, ha deciso di rivolgersi alla Polizia per sporgere denuncia contro gli ignoti che l’avevano contattata per offrirle il posto di lavoro previo versamento della somma di 300 euro circa.
Gli agenti del Commissariato di Polizia, utilizzando gli strumenti investigativi opportuni in ambito informatico e telematico, hanno avviato tutta una serie di accertamenti a carico dei soggetti che, con finti ruoli differenti l’un dall’altro, avevano contattato la donna spiegando l’iter da seguire per ottenere il lavoro.
Gli accertamenti di polizia hanno consentito di verificare che il tentativo di truffa commesso a carico della donna aveva per protagonisti un uomo ed una donna, M.A. di anni 55 e M. A. di anni 52, originari del frusinate legati da rapporti parentali, ed un’altra donna V.F. di anni 31, anch’ella della provincia di Frosinone.
Inoltre, l’eventuale versamento del denaro, seguendo le modalità fornite, sarebbe confluito in un conto corrente riconducibile ad una delle due donne individuate.
Ulteriori verifiche hanno consentito di accertare che tutte e tre le persone, resesi autrici del tentativo di truffa a carico della donna senigalliese, risultano essere pluripregiudicate per fatti analoghi commessi a carico di diverse persone e su tutto il territorio nazionale.
Pertanto, gli agenti del Commissariato di Senigallia hanno proceduto a deferire all’A.G. dorica i tre responsabili del descritto tentativo di truffa che, al di là del metodo utilizzato, si caratterizza per il fatto di aver sfruttato uno stato di bisogno della persona offesa che su quella proposta di lavoro aveva, in un primo tempo, fondato ottime aspettative.
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