Senigallia: vendita immobili, Roberto Mancini interviene sull’asta deserta
"Nei prossimi mesi gara tra le amministrazioni per disfarsi dei patrimoni e poter far quadrare i bilanci"
E così la prima asta è andata deserta. Con la prossima, eventuali acquirenti potranno beneficiare del previsto ribasso e due beni pubblici significativi (la ormai famosa “ex casa del custode” e la ex scuola materna di San Silvestro) potrebbero passare dalla proprietà del Comune ai mani private. Tralasciando gli altri tre beni di minore rilevanza, disfarsi dei beni pubblici per sostenere anche la spesa corrente rappresenta la scelta più opportuna per una previdente Amministrazione Comunale?
In sede di approvazione del bilancio 2011, votammo contro queste due alienazioni e proponemmo che fossero destinate ad abitazioni pubbliche, da locare a canone sociale, vista l’emergenza abitativa di Senigallia e i suoi costosissimi affitti. Ma la maggioranza non ne volle sapere.
E’ già stato preannunciato che col prossimo bilancio si passerà all’alienazione della palazzina sede del Musinf, in via Pisacane, per circa 2 milioni di euro, ma anche in questo caso si potrebbero verificare aste vuote e ribassi.
Vale la pena di considerare che nei prossimi mesi assisteremo molto probabilmente a una gara tra le amministrazioni pubbliche per disfarsi dei propri patrimoni e poter far quadrare i bilanci. Un enorme passaggio di patrimonio dal pubblico al privato che, vista la sovrabbondanza dell’offerta, costituirà un affare per chi compra e un impoverimento per gli enti locali costretti a svendere.
Quale futuro si pensa di costruire con scelte di questo tipo? Quando i comuni non avranno più il loro “oro” da liquidare ai “compro oro”, come si potranno salvaguardare i servizi pubblici e le fasce più deboli della popolazione?
La settimana scorsa, la trasmissione “Report” ci ha informati che la tempesta finanziaria di cui siamo vittime altro non è che una manovra gestita da poche ciclopiche società finanziarie internazionali che, detenendo il 60% del debito pubblico italiano, possono giocare al gatto col topo, vista anche l’insipienza di un governo impresentabile (è speriamo che da un momento all’altro ci arrivi la notizia delle sue dimissioni!).
Quindi, in tale meccanismo infernale ci siamo dentro anche noi, che assistiamo alla svendita del patrimonio del nostro Comune da parte di una classe politica locale che non è nuova a queste scelte (basti ricordare la vendita di un ettaro e mezzo di area verde del sempre futuro Parco della Cesanella).
Di fronte a tutto questo, penso che ci sia bisogno di una nuova politica di cui poche tracce si vedono se non, ad esempio, tra i movimenti e le associazioni che pochi mesi fa hanno permesso la vittoria del referendum per l’acqua come bene comune. E’ da lì che dovremmo ripartire.
Intanto, però, se di questo si sta parlando in città, dovremmo ringraziare anche quei ruvidi e scorretti giovani che, occupando un bene in svendita, ci sottopongono questioni che appartengono a tutti.
Nel lento e silenzioso procedere degli atti amministrativi, rischiamo di trovarci tra pochi anni in un’altra Senigallia, molto più privatizzata e molto meno pubblica.
Quei giovani, che – essendo tali – avvertono più immediatamente il futuro che li attende, ci restituiscono in modo irritante e irregolare, come spesso fanno, le loro preoccupazioni. Ed è anche per questo che le chiusure o gli atti di forza costringerebbero tutti a fare un brutto passo indietro.
da Roberto Mancini
capogruppo di Partecipazione
Bellissimo articolo, di pancia ma non troppo. Condivido pienamnete tutto, per quello che può valere la mia opinione.
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