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Comune di Montemarciano: 8 marzo attraverso storie di donne

Dedicato a Rita Atria ed a tutte le vittime della mafia


clicca per ingrandireSei anni fa mentre stavamo cercando un modo "Per ricordare non festeggiare" l’otto marzo i giornali ci hanno sbattuto in faccia la storia di Menad el Hadja una ragazza algerina, attrice di teatro a livello amatoriale, uccisa dal fratello islamico integralista, proprio perché attrice di teatro.
Dalla sua storia l’idea di ricordare ogni anno, con un concorso teatrale per compagnie amatoriali, le donne con le loro storie, le varie situazioni in cui gli uomini o per meglio dire la stupidità umana le costringevano a vivere. Storie più o meno particolari, ma tutte uniche e comuni nello stesso tempo.
Il concorso teatrale ha una sua particolarità, ogni compagnia partecipante mette in scena lo stesso testo, scelto dal Teatro Drao di Ancona, che cura la parte specificatamente teatrale.
Quest’anno abbiamo scelto le donne che vivono a stretto contatto con la mafia. Donne che la combattono ogni giorno, donne che sono morte lottando contro la mafia o vivendo accanto ai loro uomini.
Ricordare Rita Atria ci è sembrato doveroso, la sua vicenda non ha avuto grande seguito mediatico, la sua piccola storia era niente di fronte alla morte del giudice Paolo Borsellino.
Rita per noi è un simbolo, una persona che si trova a vivere in una famiglia mafiosa e a considerare normale quel tipo di vita. Fino a svegliarsi, fino a rendersi conto che quel malessere interiore, provato per anni, altro non era che la sacrosanta aspirazione a una vita diversa, ad una vita senza ricatti, senza condanne a morte sentenziate nel salotto di casa, ad una vita secondo giustizia. È Giustizia quella che Rita cerca dal "suo giudice" e il dottor Borsellino la accoglie come si fa con una figlia ritrovata, le dà quel calore familiare che Rita non aveva mai conosciuto, le dà una speranza di vita.
Rita racconta, parla della sua vita in Sicilia, e di quello che per lei sono storie quotidiane.
Per il "suo giudice" sono informazioni vitali, per lottare contro la mafia per portare a compimento il lavoro di anni, per trovare conferme a ipotesi, a dichiarazioni di pentiti. Rita non è una pentita, lei non ha niente di cui pentirsi, lei non è mai stata una mafiosa. Collaborando con Borsellino Rita rifiorisce, anche se soffre la lontananza da casa, la condizione di protetto speciale le impedisce rapporti normali, le impedisce di costruirsi una vita, ma le dà la speranza di una nuova vita di li a breve.
Il destino di Rita è però segnato, una auto bomba in via D’Amelio e il giudice Borsellino muore con tutta la scorta. E’ il 19 luglio del 1992. Per Rita è troppo, vede crollare tutto il suo progetto di vita nuova, il suo fragile spirito non regge e pochi giorni dopo si suicida gettandosi dal balcone del nuovo appartamento, "più sicuro", che le era stato assegnato.
Ricordare Rita……..lo faremo con la parte teatrale della manifestazione, il testo consegnato alle compagnie parla di lei, della sua vita. ( da "Il mio giudice" di Maria Pia Danieli e da "Una ragazza contro la mafia" di Sandra Rizza).Parlare di Rita per parlare di mafia, parlare di mafia ricordando le sue vittime, ma anche chi tutti i giorni lotta in Sicilia.
Incontreremo un gruppo di ragazzi di Don Puglisi, una storia completamente diversa, ma simile, entrambi si sono sacrificati per far si che la frase di Paolo Borsellino "Un giorno questa terra diventerà bellissima" si avveri il prima possibile. Ricordare loro per ricordarli tutti, ricordarli tutti per far si che il loro sacrificio non sia stato inutile. Ricordarli per non far sentire solo chi sta ancora lottando. Ricordarli tutti perché sono vivi e lottano insieme a noi.
Tutte le serate, al Teatro Alfieri di Montemarciano, della manifestazione è gratuito.

Comune di Montemarciano
Pubblicato Martedì 7 marzo, 2006 
alle ore 9:46
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