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Presentato a Senigallia il libro di Luca Martinelli "L’acqua è una merce"

Una persona "senz'acqua in bocca" sui costi pubblici del profitto privato. Ascolta il PODCAST della serata

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Locandina iniziativa sull’acqua pubblicaArrivando puntualmente alle 21 e trovando la Sala del Trono completamente vuota, sono ritornato sui miei passi, e devo dire anche con un certo avvilimento. Ho avuto l’impressione che l’argomento di discussione della serata, vista la mancanza di pubblico, interessasse a pochi.

E devo anche confessare che sono rimasto un attimo a pensare se incamminarmi verso il cortile della Biblioteca Comunale, dove c’era un’altra interessantissima presentazione di un libro di Nicola Biondo e Sigfrido Ranucci dal titolo “Il Patto”, illustrante i retroscena di mafia e personaggi politici, o attendere ancora. Ho fatto la seconda scelta e non me ne sono assolutamente dispiaciuto, anche se così facendo qualche cosa di interessante me la sono ugualmente persa.

Infatti in quel quarto d’ora di ritardo “accademico”, la sala si è riempita e devo dire, con soddisfazione, anche di visi di giovani.

Giovane anche l’autore del libroL’Acqua è una merce – perchè è giusto e possibile arginare la privatizzazione”, Luca Martinelli, tra l’altro anche giornalista della rivista “Altreconomia”.

Al suo fianco, nel ruolo di introduttore, il coordinatore regionale della campagna refenderaria sull’acqua come bene di tutti, Evasio Ciocci.

Non mi dilungherò però sui contenuti dei due interventi, perchè chi veramente interessato al problema potrà risentirseli attraverso il servizio di podcast che Marco Scaloni di Popinga, senza dubbio molto più di un semplice blog, che anche questa volta ci ha messo a disposizione assicurando al lettore-ascoltatore la veridicità dell’effettivo “detto” rispetto a quello più personale del “riportato”.

A mio avviso, ad esempio, ma è appunto una mia idea personale:
Ciocci si è lasciato prendere un pò troppo la mano, anche se da parte mia ne ho condiviso punti e virgole, dall’entusiasmo di questa campagna refenderia, ma che martedì 8 giugno è sfociata alla fin fine in una “campagna bagnata” da una non troppo velata polemica politica. Condivisibile o non a seconda dell’orientamento politico.

Più “professionale” e con dati inconfutabili, invece, la relazione di Luca Martinelli che ha parlato di tutto ciò che “galleggia” sul problema acqua, sulla sua privatizzazione. Ha fatto nomi di aziende, personaggi, comuni implicati. Quello che alla fine ha fatto emergere è stato il marciume che inquina le acque con la rincorsa esasperata, smodata, in bilico tra legalità e viceversa, con tracimazioni, alla ricerca a tutti i costi del profitto con il logico degenerare sempre in cattive amministrazioni di quello che è il bene pubblico per eccellenza. Del resto l’Acqua è vita e non un mezzo atto a speculazioni affaristico-politiche.

Martinelli li ha chiamati, con molta eufemizzazione, i “falsi miti”, racchiudendo in essi i falsi contratti, i falsi appalti, le false lotte per ridurre gli sprechi, i falsi investimenti non fatti con denari di privati ma con quelli delle banche, spiegandone con approfondimenti e dati reali.

Poi è stato il turno del pubblico invitato a fare domande, che un po’ intimidito da tanta professionale e coinvolgente oratoria, ma forse ancor più perchè composto in maggior parte di aderenti all’iniziativa, non avrebbe potuto che confermare, con l’ovvietà, quanto era stato detto fin lì.

Ho condiviso il contenuto dell’intervento, come pubblico e non come consigliere comunale, di Roberto Mancini, ho compreso le sue rimostranze, e seppur concorde con lui sulla mancanza di risposte che l’Amministrazione ha fornito alle sue domande in precedenti Consigli, forse, ma anche qua esprimo un parere personale, non essendoci in sala le parti in causa presenti per ribattere, l’avrei rimandato ad una data e luogo più indicati.

Mi è piaciuta maggiormente, infatti la risposta data da Martinelli ad una domanda del pubblico sul referendum aperto dall’ IDV, con diplomazia, con un non scendere in problemi politici, ma analizzando e valutando semplicemente la formula verbale del “loro” referendum e quello che potrebbe portare alla “causa comune” qualora i risultati ottenuti fin d’ora dovessero continuare.
Una sua lavata di testa finale a tutti i partiti che hanno appoggiato ed appoggiano questa campagna referendaria, ma che poi alla fine sembrano rispondere alla privatizzazione con dei NI anzichè con dei NO decisi e concreti, per non parlare poi di certe trasmissioni televisive, che si dichiarano di sinistra, ma che alla fine “dimenticano” di pubblicizzare questa campagna referendaria sull’acqua bene di tutti, come invece il loro indirizzo politico li dovrebbe indurre a fare.

di Franco Giannini

Franco Giannini
Pubblicato Mercoledì 9 giugno, 2010 
alle ore 15:51
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