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Realta’ supposta – 1 parte

di Roberto Marconi

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Un lunedì di gennaio…ore 16.45. Alla stazione di Bologna il brulicare frenetico dei passeggeri in arrivo o in partenza era sostituito da moltitudini di sguardi attoniti rivolti verso i tabelloni elettronici: tutti erano stati colti dalla malattia chiamata “SARS”: “Sindrome Afasica da Ripetizione Sciopero”… precisamente la ripetizione del subitaneo sciopero “a cabala numerica”. Si tratta di uno sciopero che blocca il traffico ferroviario quando la somma dei numeri che corrispondono all’ora solare è pari all’età del cugino di primo grado del capo dei sindacalisti. Come…non lo sapete? 16… ignoranti!
Mentre alle pur strane, incipienti tenebre, alcuni insegnanti di matematica discutevano animatamente tra loro del più e del meno per ammazzare il tempo e poi, sperabilmente , per ammazzarsi l’un l’altro e uno studente di filosofia del diritto sparava a caso, con la pistola a piombini, sulla folla per ammazzare “in tempo” qualcuno, come da tesi proposta all’università di Roma, un operaio pendolare ““pendolava” dall’orologio elettronico poiché non potendo porre fine agli scioperi aveva deciso di porre fine a se stesso: insomma la situazione era, come in questi casi della vita in Italia, grave ma non seria.
Solo un elegante signore sui 50 (o sui 666?) sembrava muoversi a suo agio e solcava questa varia (dis)umanità come fa un carismatico maestro di cerimonie verso il centro del tempio e, risoluto, salì sull’Intercity per Ancona.
-Buona sera gentile signora…è libero quel posto?-
Ecco, era costui una di quelle persone che è opportuno conoscere nella vita…come si dice: “se sei saggio accompagnati a uomini che abbiano un futuro e a donne che abbiano un passato” e quella “signora” fu assai felice di dichiarare, nella carrozza quasi vuota, che “anche” quel posto risultava, appunto,libero, specialmente ad un uomo così distinto, dalla barba e capelli brizzolati e dallo sguardo così intenso ed attento.
-Sembra che ci sarà da aspettare…almeno un’oretta…lei viaggia per lavoro o per diletto gentile signora?- affettò lui con sapienza
-Veramente mi sto recando ad un funerale…- rispose lei con qualche imbarazzo
-Mi spiace…ma gentile signora…non si senta però imbarazzata per la cosa più naturale che ci sia nella vita…-
-Sa, era mio zio, ma è stato sempre anche un amico…un confidente…(e un amante ma questo non lo disse)-
-Capisco…in verità la morte esiste solo per chi resta : colui che muore, infatti, non può avere cognizione di essa e inversamente, quando era ancora in vita, la poteva legittimamente ignorare perchè ancora non lo riguardava.-
-Come parla bene lei…-
Una donna, un po’ svampita e appena salita, si intromise a quel punto:
-Professor Zebou!…mi riconosce?…sono Eva…Eva Paradisi…si ricorda?-
-Ah…sì certo…la lezione tenuta in giardino…chiamami pure Bell-
-Insegna ancora quelle esperienze straordinarie di suggestione mistica?-
-Si…qualche volta…proprio ora stavo dicendo alla bella signora che la realtà è soggettiva: noi vediamo ciò che possiamo o vogliamo vedere ed il resto non esiste-
-Mi scusi…non capisco cosa vuole intendere…-
-Se io le dicessi che ho qui con me un’erba che potrebbe consentirle di continuare a vivere potendo parlare con suo zio, potendo sentirlo, apprezzarne i suoi consigli, scherzare e ridere con lui…fare tutto, TUTTO quello che facevate insieme come se nulla fosse successo, cosa mi risponderebbe?-
-Che questa è una magia…una droga…una follia…una…-
-Una diavoleria?…andiamo, mia bella signora…siamo nel XXI secolo…si tratta di un’erba medicinale svizzera che è perfettamente legale e non tossica. Quando lei vorrà vedere il volto,sentire la voce, gradire il contatto o cosa più desidera di suo zio, dovrà solo prendere questa supposta e per un’ora vivrà l’esperienza mistica del contatto con la realtà dei sogni…tutti…senza limiti.-………..
Fine 1 parte
di Roberto Marconi

Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Venerdì 22 ottobre, 2004 
alle ore 15:42
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