Senigallia città turistica? Città d’arte e cultura? Città della fotografia?
Liverani (Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale): "così dovrebbe essere, in realtà chi amministra distrugge il bello che abbiamo"
Senigallia città turistica? Città d’arte e cultura? Città della Fotografia? In teoria così dovrebbe essere in quanto le potenzialità sono enormi, ma di fatto, cioè in pratica, chi amministra e gestisce la città fa di tutto per “distruggere” quello che di bello abbiamo.
Probabilmente non lo fanno per cattiveria, ma proprio per incapacità personale, perché quando non si hanno e non si vogliono mettere le persone giuste ai posti chiave, è normale venir “derisi” da chi ci viene a trovare.
Ed è il caso di Michele Smargiassi, giornalista di punta di Repubblica, esperto di fotografia e blogger molto seguito in Italia che è venuto a Senigallia nel fine settimana, e dopo la sua visita al Musinf ha lasciato dei commenti sul social network Facebook. Commenti che non sono sicuramente lusinghieri per chi gestisce il museo, ma veritieri purtroppo.
Il primo suo commento è corredato da una foto che inquadra una scrivania, una stampante e tre foto appese al muro, questo il commento: “Allora, facciamo che dico il peccato ma non il peccatore. Quello che vedete potrebbe essere l’ufficio, un po’ disordinato, di un assicuratore o di un commercialista che amano la fotografia, e andrebbe benissimo. Purtroppo è una sala di museo, si, proprio un museo che si fa chiamare “Museo”. Un museo pubblico, oltretutto. No, in Italia non amiamo la fotografia”.
Detto così si potrebbe magari pensare ad un commento superficiale, scritto solamente per un piccolo angolo non bello, e magari tutto il resto del “Museo” eccelle in maniera particolare ed è un punto di riferimento ben segnalato per i turisti e per i locali. No, non è così purtroppo, e il secondo commento, molto particolareggiato, fa capire, ahimè, come invece sia triste la realtà e come non si riesca a valorizzare un qualche cosa “tremendamente” utile al turismo locale.
Questo il secondo, “drammatico”, commento del noto giornalista di Repubblica: “Aggiungo altre parole. Prima di arrivare in quella città, ho cercato il sito del museo sul Web per controllare gli orari di apertura. Il sito esiste e contiene anche notizie recenti. Ma non mi è stato possibile trovarci non dico gli orari, ma neppure l’indirizzo del museo e tantomeno un numero di telefono. Non c’è, o non è linkata, una presentazione del museo, non c’è una pagina “chi siamo”. C’è una casella per messaggi, ma l’email mi è rimbalzata subito: destinatario inesistente. Giunto sul posto, e trovato dopo molte ricerche il “museo” (anche Google maps lo colloca in un posto sbagliato), vedo un codice QR sul portone, lo inquadro con il lettore del cellulare: pagina bianca “Sito in manutenzione”. Entro e mi trovo in una specie di atrio di uffici comunali, o del catasto, alle pareti sono appese fotografie d’autore, preziosi e splendidi originali, ma non si capisce il senso dell’esposizione, e non c’è non dico una reception ma neppure un bancone con un po’ di materiale informativo, un dépliant, qualcosa (ormai non osavo più sperare in un piccolo bookshop). Nessun pannello introduttivo, fotografie appese anche in un corridoio largo poco più d’un metro, cartellini accartocciati, sgabuzzini a vista, scatoloni di cartone ammucchiati dietro un angolo, l’ascensore che non va, ufficetto semiaperto con impiegata che lavora, sensazione di essere fuori luogo, da una saletta in cui sono appese altre foto giungono voci di persone che stanno facendo un rilassato incontro di lavoro come se fosse una sala riunioni non aperta al pubblico. Non sentendomela di disturbarle me ne sono andato”.
Che dire… “sensazione di essere fuori luogo”… con amarezza dobbiamo riscontrare che questo “biglietto da visita” non è propedeutico per i turisti e il turismo di Senigallia in generale, ma corrisponde alla realtà locale purtroppo. Una realtà triste, non bella, che presenta ai visitatori l’unica istituzione cittadina preposta alla cultura fotografica in maniera sciatta e pressapochista… “Non sentendomela di disturbare me ne sono andato”… Quanti altri turisti avranno avuto lo stesso “malessere”? Cosa avranno pensato anche loro?
Ci piacerebbe conoscere il nome della persona che dovrebbe “gestire” il “Museo”, la sua presentazione, le sue informazioni il suo “modus vivendi e operandi” per dirgli, in maniera molto franca e pacata di “cambiare mestiere”, o mettersi in pensione. E si che Senigallia ha, anzi avrebbe, persone degne per quel ruolo, ma chiaramente a Senigallia se non si fa parte di un certo “magico cerchio”, anche se sei bravo vieni “tagliato” fuori da tutto perché con questa amministrazione (la stessa dal 2010) vige sempre la regola che vanno avanti solo quelli con il “marchio” di affiliazione del “Castello Fatato”.
Quanto scritto ed espresso dal noto giornalista di Repubblica sul Musinf fa capire perfettamente la “professionalità” di chi amministra la città, che sicuramente, dopo questa ennesima figuraccia, non batterà ciglio e continuerà nel mandare in degrado le “eccellenze” (una volta…Sic!) della “Città di tutti”.
Complimenti!
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