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Un senigalliese nei campi profughi a Kobane

Franceschi:"E' necessario che i membri della Nato intervengano per aiutare questa gente”

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il giovane senigalliese Karim Franceschi

Il viaggio nei campi profughi a Kobane e nelle zone limitrofe colpite dalla furia dell’Isis è stata un’esperienza davvero unica per il giovane senigalliese Karim Franceschi, un’ esperienza significativa che ha permesso a Karim di conoscere da vicino le atrocità della guerra e le difficoltà della popolazione in quello spicchio di mondo.

Il programma dei centri sociali italiani è quello di portare a termine una staffetta settimanale che prevede un numero di persone disposte a recarsi nelle zone di conflitto per capire come poter aiutare la popolazione colpita dalle atrocità della guerra, Karim ad esempio, ha avuto la possibilità di visitare almeno 5 campi profughi gestiti dall’ amministrazione locale che tra mille difficoltà sta cercando di tutelare le vittime di questo spaventoso conflitto. Un tentativo importante per provare a creare una solida rete di scambio cerando di far capire a tutti cosa sta davvero accadendo nei pressi del confine turco, un aiuto concreto ad una popolazione ormai privata di tutto.

Durante la mia esperienza ho avuto la possibilità di intervistare tante persone e di vivere in prima linea il dramma di questa gente, ascoltando all’interno dei campi profughi le storie di coloro che ho incontrato e i loro drammi personali” – ha detto Karim Franceschi – “Una situazione difficile per la popolazione curda stretta nella morsa dell’Isis che spinge per avere il controllo sulla città di Kobane,e su tutta la Regione, interessi economici e non solo, i curdi stanno provando a resistere con tutte le forze, ma ostacolare l’Isis sta diventando sempre più difficile nonostante i raid aerei degli Stati Uniti, visibili soprattutto di notte; il governo turco non aiuta la popolazione, sbarrando addirittura i confini ed impedendo i soccorsi; un’assurda complicità con i militanti dell’Isis da parte della polizia turca che rende ancora più soli gli abitanti di Kobane e dei villaggi ” ha continuato Karim “ Nonostante le condizioni igieniche dignitose, i campi profughi non hanno le risorse necessarie per sostenere tutta la popolazione, per questo è necessario che i governi membri della Nato intervengano il prima possibile per aiutare questa gente”.

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