Direttiva Bolkestein, Balneari sul piede di guerra
S.I.B: "Ancora una volta disattese le promesse del Governo"
Il disegno di legge sulla stabilità adottato il 15 ottobre dal Consiglio dei Ministri nulla dispone circa la soluzione dei problemi riguardanti le concessioni demaniali marittime, al contrario di quanto anticipato ufficialmente e formalmente dal Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze Pier Paolo Baretta nell’incontro del 26 settembre scorso.
Cosa ancora più preoccupante che nessun provvedimento sia stato adottato per quanto riguarda le circa 350 imprese che, a causa di canoni pertinenziali insopportabili, sono sull’orlo del fallimento essendo ormai scaduta la moratoria a suo tempo concessa.
Ciò sta determinando nella categoria delusione ed amarezza per una assenza che viene interpretata come una cedevole e inopinata inversione da parte del Governo su una proposta avanzata dall’Autorevole suo rappresentante.
A questo si aggiunga la mancanza di informazione preventiva, così come assicurato, nei confronti di 30 mila piccole imprese che attendono con ansia soluzioni, (per quanto riguarda i “pertinenziali” siamo ormai oltre la disperazione), che riguardano il futuro di così tante famiglie, e che da diversi anni continua a causare il blocco di ogni tipo di investimento e innovazione.
Per tutto quanto sopra esposto, SIB/FIPE – Confcommercio chiede al Sottosegretario Baretta e alle forze politiche più direttamente coinvolte nella proposta governativa:
a) una nuova moratoria che riguardi il pagamento dei canoni pertinenziali, così da evitare che si concretizzino le iniziative e i provvedimenti già in corso, o in avvio, che porterebbero queste imprese al fallimento o, comunque, alla revoca delle concessioni.
b) un incontro urgentissimo al fine di conoscere, a questo punto, quali sono i provvedimenti e in che tempi il Governo intende adottarli per la soluzione delle annose problematiche del settore anche per fare chiarezza sulla ridda di indiscrezioni che tanto allarme suscitano nella categoria, avvertendo che nulla potrà essere accettato dai balneari senza che sia stato concordato.
da S.I.B.Confcommercio
Con 13600 €/anno di reddito, è un miracolo che non siano ancora fallite.
"Rimini, quasi la metà di albergatori e bagnini è a reddito zero. Bagnini e albergatori sulla soglia di povertà. E' quanto emerge dalle dichiarazione del 2010. Per il colonnello Mario Venceslai, siamo davanti a una sorta di "patologia dell’evasione". I ‘CONTI’ sono sotto gli occhi di tutti. Per quanto riguarda gli hotel, i titolari di 837 alberghi (su 2000 partite iva della provincia di Rimini) hanno dichiarato reddito zero, mentre altri 300 meno di 22mila euro. Con un reddito medio stimato di 11mila euro all’anno. Per quanto riguarda invece gli stabilimenti balneari, dei 500 sparsi da Bellaria a Cattolica, 309 hanno dichiarato sempre reddito zero, e altri cento si sono attestati su meno di 22mila euro. Con un reddito medio annuale di circa 5.700 euro. Mentre un’analisi di settore fatta dalla Guardia di finanza parla di un volume d’affari (sempre nel 2010) di 65-66mila euro di incasso medio. Naturalmente ci sono anche quelli che hanno dichiarato molto, gli onesti che vanno ad alzare una media da paura".
Fonte: http://www.ilrestodelcarlino.it/cronaca/2012/08/17/759278-rimini_quasi_meta.shtml
E a Senigallia come se la passano? E' possibile avere dei dati oppure possiamo tranquillamente farci un'idea da quello che succede nella vicina Rimini? In mancanza di dati opterei per la seconda. Pensar male si fa peccato ma ci si prende quasi sempre.
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Senigallia Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password
Effettua l'accesso ... oppure Registrati!