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Senigallia, Edra Ambiente: intervista al Presidente Mauro Carboni

"Crisi durissima per gli appalti, ma cerchiamo nuovi soci con un nuovo piano industriale"

Edra AmbienteSono alcuni crediti non riscossi e la riduzione degli appalti pubblici le cause principali della situazione di difficoltàin cui si trova la Edra Ambiente di Senigallia. Una situazione che vede la cooperativa in crisi di liquidità per una cifra di circa 5 milioni di euro, cui dovrà far fronte con un nuovo piano industriale, la ricerca di nuovi soci, una riduzione delle spese e il ricorso alla cassa integrazione per alcuni dipendenti.

Per far chiarezza su una delle aziende storiche di Senigallia, siamo andati ad intervistare il Presidente Mauro Carboni, che ci ha illustrato lo stato attuale della cooperativa e il programma per i prossimi mesi.

Innanzitutto Carboni ci tiene a sottolineare come i crediti da riscuotere siano rimasti fermi per colpa della crisi e delle manovre governative che non hanno aiutato le imprese in questo momento di difficoltà. Sia da parte di enti pubblici come da parte dei privati ci sono delle commesse da pagare per lavori effettuati ed altri crediti da riscuotere per "normalizzare" la situazione entro la metà del 2012.

La questione della crisi di liquidità non è un argomento nuovo in questo periodo: tutte le imprese devono far fronte ai pagamenti posticipati o addirittura sospesi da parte di privati ed enti pubblici. La mancanza di risorse economiche, anche da parte delle banche che hanno chiuso i rubinetti del credito, i tagli ai trasferimenti statali e il patto di stabilità pesano non poco: per "normalizzare" lo stato attuale in cui versa la Edra Ambiente bisogna anche passare per gli ammortizzatori socialiche” assicura Carboni “saranno utilizzati in maniera flessibile e volti alla tutela delle maestranze”.

"In base alle commesse che di volta in volta andremo a realizzare” afferma Carboni “sapremo quante persone dovranno essere messe in cassa integrazione, uno strumento cui siamo obbligati a ricorrere per ridurre le spese e riorganizzare l’azienda. Potremmo anche sfiorare il 30% dei dipendenti, ma non siamo in grado di fare anticipazioni. Possiamo solo assicurare che useremo lo strumento con parsimonia ed equità". Segnale che dà l’idea di come la crisi economica stia stringendo su una delle realtà senigalliesi più importanti.

Il Presidente però mostra anche fiducia in una ripresa a partire da "un nuovo piano industriale che stiamo redigendo e che approveremo entro metà gennaio 2012. Il progetto mira a mantenere tutti i settori in cui abbiamo investito ed operato con professionalità in tutti questi anni: dalle infrastrutture, al movimento terra, dalla bonifica al settore ambiente e alle rinnovabili".

Proprio dal vertice aziendale arriva la conferma che sarebbero interessati ad entrare nella cooperativa altri nuovi soci, anche a livello nazionale, tutti soggetti interni al settore della cooperazione. Si spera che questo possa portare a nuove commesse e nuovi capitali, mantenendo il livello di produttività.

In questo senso va l’appello del Presidente Carboni: "Sono fiducioso per via della professionalità dell’impresa, ma il mondo economico e politico ci deve dare una mano. A livello regionale e locale bisogna tener conto delle imprese che caratterizzano il territorio e coinvolgerle nelle opere infrastrutturali creando così occupazione. Ormai siamo diventati terra di conquista da parte di imprese che vengono da fuori regione e che spesso operano al limite della legalità per potersi aggiudicare le gare col meccanismo del ribasso”.

Il riferimento è chiaro, a livello provinciale i grandi appalti non vedono un coinvolgimento  delle imprese locali: la Quadrilatero, l’ampliamento dell’autostrada A-14, la Complanare. "I benefici a livello locale di queste grandi opere” continua Carboni “non esistono in ambito occupazionale: serviva un diverso coinvolgimento e probabilmente una voce politica territoriale in grado di farsi sentire".

Tra i progetti dunque nessuna dismissione, nessun settore andrà perso: anzi l’ottica è quella di riorganizzarsi per far entrare nuove forze e così "affrontare il domani in maniera più solida". Puntando sull’edilizia e sulle infrastrutture “anche se il mercato potrebbe rimanere fermo per ancora alcuni mesi, puntando sempre di più sulle bonifiche ambientali, sulle risorse rinnovabili come il biogas e la cogenerazione, si potrà uscire dalla crisi”.

di Carlo Leone

Carlo Leone
Pubblicato Mercoledì 7 dicembre, 2011 
alle ore 7:39
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Commenti
Solo un commento
Anonimo2011-12-07 19:55:57
normalizzare...che termine! e poi grazie alla cassaintegrazone? ma su eh
ATTENZIONE!
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